Stesso tram da Milano a Lisbona a Melbourne passando per San Francisco.

Stesso aspetto vecchiotto, stesso sferragliare per le strade della città, stessi, o quasi, copri lampada in vetro. Osservazione banale: tutto il mondo è paese. Ecco la trappola in cui cadiamo spesso per comodità, per pigrizia, per conservare intatta la nostra zona di sicurezza.
In che senso?
Da utente abituale di mezzi pubblici, sono convinta di padroneggiare il manuale di istruzioni del viaggiatore urbano. Errore, anzi catena di errori. Primo errore: salto su non tenendo conto che nei paesi dove si tiene la sinistra il tram va in direzione opposta a quella che il mio (debole) senso dell’orientamento e la mia (forte) abitudine mi suggeriscono di andare. Secondo errore: nel centro della città si viaggia gratis, pertanto sulla linea circolare non c’è obliteratrice. Terzo errore: se è una linea circolare e resto su torno al punto di partenza. Sbagliato! A un certo punto la conducente esce dalla sua cabina in testa alla vettura e va in quella di coda e il tram torna indietro imboccando un altro percorso. Inaspettatamente arrivo a destinazione prima di quanto avessi immaginato. Tutto è bene ciò che finisce bene.
Provare a essere altro
Le mie certezze stavano crollando come un castello di carte, sembrava che niente di ciò che credevo di sapere mi tornasse utile. Grazie a questa piccola esperienza ho provato a stare nei panni dell’altro. Io sono l’altro (per il resto dell’umanità!) e per rendermene conto devo lasciare le mie abitudini. Il viaggiatore è l’alieno, quello che è sempre straniero ovunque, al contrario del turista che è sempre a casa propria. Il turista, per stare, al sicuro si porta dietro tutte le proprie abitudini; il viaggiatore, per cavarsela, deve lasciare andare almeno qualche certezza.
La differenza che fa la differenza
Sentirsi straniero – lo si può fare anche a casa propria, una volta che se ne sia compresa l’utilità – è condizione necessaria per rendersi conto delle differenze, che esistono e sono necessarie. Tutti siamo in grado di percepire differenze, prima ancora di rendercene conto, altra cosa è come le usiamo. Se, per esempio, sostenessi che i tram di questa città funzionano in modo idiota, perderei un’occasione per ampliare il mio punto di vista e anche di apprezzare quanto di buono c’è nel sistema di trasporti della mia città, di cui, per abitudine, mi lamento.
Il tappeto magico
Si dice che nella tessitura dei tappeti orientali ci sia sempre un errore, voluto per evitare la perfezione diabolica. Quell’errore, è il dettaglio che fa la differenza tra quel tappeto e tutti gli altri tappeti simili. Per noi che ci troviamo a vivere la cosiddetta globalizzazione sembra sempre più difficile aguzzare la vista per cogliere le differenze e così ci fissiamo sulle diversità. Sembrano solo parole, ma di qui passa il nostro modo di stare a mondo ed è per questo che a Metodo Colloquio lavoriamo sulle differenze.