Trasformare ciò che non si può cambiare mi pare un’ottima ricetta per migliorare la qualità della vita. Immagino che i produttori di beni di consumo difficilmente sarebbero d’accordo e, con loro, anche chi sostiene che acquistare sempre nuovi oggetti sia un buon sistema per far girare l’economia.
Unire i punti
Lo stile di pensiero del cambiamento a oltranza ha un grosso limite: nulla si crea dal nulla e dunque ogni cosa nuova, anche i prodotti che consumiamo, sono trasformazioni di qualcosa che già esiste. Persino Steve Jobs – fondatore di quella Apple che sforna un i phone all’anno per stimolare il cambiamento – sostiene di dovere la sua ispirazione all’antica arte della calligrafia.
Guardare le cose in modo differente è già trasformare

Achille Castiglioni
Per trasformare le cose occorre immaginazione, occorre vedere possibilità nascoste dentro forma che ci sta davanti. E questo è caratteristico degli artisti. Ecco, ad esempio, come Murakami Haruki nel suo ultimo romanzo descrive il processo di creazione artistica di un ritratto:
– Ma come è riuscito a scoprire quest’opera? – mi chiese Menshiki.
– Scoprire?
– Naturalmente a dipingerla è stato lei. È qualcosa che ha creato lei con il suo talento, lo so. Eppure, nello stesso tempo, è come se questo quadro lei l’avesse “scoperto”. Ha scovato un’immagine che teneva nascosta dentro di lei e l’ha portata alla luce. In un certo senso, l’ha “riesumata”. Non è d’accordo?
L’arte ci rende visionari
Se l’artista è colui che, vedendo oltre, può svelare la possibilità nascosta nelle cose, noi che artisti non siamo, possiamo servirci dell’opera d’arte per affinare la nostra sensibilità.

Io prendo un vaso e di questo faccio una donna. Utilizzando la vecchia metafora la sfrutto in direzione opposta e le do una nuova ragione di vita. Pablo Picasso
Vedere nuove possibilità dentro una situazione consueta – per quanto difficile e complicata questa ci possa apparire – è un processo artistico nel quale ci cimentiamo spesso, sebbene “a nostra insaputa”. Vanno in questa direzione il bricolage e la cucina degli avanzi, ma anche crescere bambini, curare le relazioni, far bene il proprio mestiere…
Uno l’immaginazione se la può dare?
A differenza di Don Abbondio che il coraggio proprio non se lo poteva dare, ciascuno di noi un poco di immaginazione può concedersela. Cominciamo col cercare nel nostro agire quel guizzo di originalità che ci rende inconfondibili e, una volta che lo avremo scovato, proviamo a farci amicizia. C’è chi sa cantare, chi sa fare le torte, chi sa investire in borsa…Ognuno sarà portato a ricavare sempre di più dal proprio talento, immaginando nuovi modi di esprimerlo.
Come si fa
MAIT è un modo per prendere confidenza con le proprie attitudini, addestrarsi a usarle e governarle. Per saperne di più .