Agire in sicurezza può essere: sedersi in auto e allacciare la cintura; proteggere la mano prima togliere una teglia dal forno; indossare gli scarponi per camminare in montagna… Accorgimenti che non garantiscono la buona riuscita dell’azione che stiamo per intraprendere, ma che ci mettono al riparo da rischi prevedibili.

se non centri il bersaglio, devi mirare un po’ più in alto;
ogni freccia che vola sente l’attrazione della terra.
Portare a casa risultati può essere il passo successivo. Occorre sapere dove desideriamo andare e come intendiamo arrivarci. Ma non basta, perché si può mancare l’obiettivo prefissato e raggiungere comunque dei risultati, perfino più importanti.
Mira alla luna, anche se mancherai il bersaglio finirai pur sempre in mezzo alle stelle
L’idea di progresso come crescita illimitata, di cui noi adulti contemporanei siamo figli e nipoti, comincia a mostrare i propri limiti, come ci stanno dicendo le nuove generazioni. Alla luce di questa differente visione del mondo, potremmo cominciare a domandarci come riprogettare il nostro futuro.
Agire in sicurezza: come?
Calcolare i rischi per prevenire incidenti è saggio, pensare di azzerare i rischi è folle. Perfino il camminare è un’azione non priva di rischi: occorre abbandonare un punto di appoggio, lasciarsi cadere e recuperare l’equilibrio.
You ‘re walking. And you don’t always realize it
But yoù re always falling
With each step, you fall forward slightly
And then catch youself from falling
Prendersi dei rischi è inevitabile, temere di fallire, pure. Rimanere fermi, mimetizzati con l’ambiente come certi insetti è l’opzione più sicura. E dunque, si rinuncia a camminare per paura di cadere – cosa che prima o poi tutti sperimentiamo dopo una caduta rovinosa?
Agire in sicurezza, allora potrebbe essere “avere cognizione di cosa si sta facendo e come la si sta facendo“, e che ogni passo è anche una piccola caduta che comporta una sua quota di rischio. Nessun genitore impedirebbe a un figlio di cominciare a camminare per il timore che cada, né di imparare a parlare per evitare che dica parolacce. La questione è: che fare quando il bambino cade e dice parolacce, e poi crescendo prende un brutto voto a scuola e più avanti esce di casa sbattendo la porta…?
Siamo in grado di fare dell’errore un’occasione lavorabile?
Esistono errori irreversibili e situazioni dalle quali non si torna indietro. Sono le esperienze dolorose, che ci appaiono tanto più ingiuste quanto più abbiamo cercato di minimizzare i rischi. La maggior parte degli errori, però, sono reversibili e possono essere usate come opportunità per trasformare le situazioni.
Another brick in the wall
Immaginiamo che un errore sia come un mattone: possiamo costruire una casa o un muro, in entrambe i casi occorre un grande impegno, una dedizione alla causa, ma prima di tutto ci vuole insomma un progetto.
Ciascuno di noi può essere tanto ardito sperimentatore, quanto tenace costruttore di fallimenti. Ci sono giorni in cui prevale una tendenza e giorni in cui prevale l’altra e perlopiù momenti in cui sono presenti entrambe e ci tocca scegliere quanto dell’una e quanto dell’altra mettere in campo, inventando ogni volta una formula nuova che può funzionare per un certo tempo, oppure non funzionare affatto.
Portare a casa il risultato
C’è differenza tra raggiungere e ottenere. Quando raggiungo un risultato sono io che arrivo a un obiettivo, come quando raggiungo una vetta dopo aver scalato una montagna. Quando il risultato lo ottengo, lo sto ricevendo dalle mani di qualcuno che ha il potere di concedere o negare. Non esiste un modo giusto e uno sbagliato, uno buono e uno cattivo. Ci sono situazioni in cui si raggiunge e situazioni in cui si ottiene. Alcune persone sembrano più inclini a raggiungere e altre a ottener, e altre capaci di raggiungere obiettivi dando l’impressione di aver beneficiato di una concessione.
Serendipità
Trovare qualcosa mentre si sta cercando altro sembra un’idea un pò folle di qualcuno che viva in balia del caso, eppure perfino alcune rilevanti scoperte scientifiche – la penicillina, la dinamite, i neuroni specchio – sono avvenute per caso. O per errore.
Agire in sicurezza e portare a casa risultati, dunque, comporta un esercizio di fiducia nelle risorse della persona che agisce e del contesto che reagisce. Sappiamo, certo, di non poter prevenire tutti i rischi, ma sappiamo anche che – fortunatamente – non possiamo neppure prevedere tutte le ricadute positive del nostro agire.
Ciò che invece è in nostro potere è trasformare le minacce in opportunità e, almeno in parte, i punti di debolezza in punti di forza.