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Il dito che indica la luna e altri fraintendimenti

luna piena

quando un dito indica la luna cosa ti salta all'occhio per primo?

Il dito che indica la luna è – secondo un detto da biscotti della fortuna – quello del saggio, mentre colui che guarda il dito è lo stolto.

E, dunque, come ci comportiamo davanti a una situazione che ci sembra di non comprendere? Ci fissiamo come lo stolto sul dito – gesti, parole… – oppure proviamo a domandarci da saggi come interpretare quel messaggio fatto di parole, silenzi, gesti, azioni?

Indice di gradimento: vivere appesi a un like

La prima opzione appare come la più semplice e soprattutto la più rapida e immediata. Ai tempi in cui i telefoni erano in bachelite e il numero si componeva girando [con il dito indice] una ruota, il gestore italiano delle comunicazioni coniò il termine “scatto alla risposta” per introdurre un nuovo sistema nel computo dei costi della chiamata: se chiami qualcuno paghi il primo scatto appena l’altro alza il ricevitore.

Oggi che i telefoni hanno assunto tutta un’altra forma e i gestori si sono moltiplicati, neanche lo scatto alla risposta è più quello di una volta. Si presenta sotto forma di like [dito pollice alzato] o altre analoghe forme di consenso/dissenso.

Domanda: come reagiamo a un post o a un tweet? Ci fissiamo su ciò che ci appare immediatamente evidente? Ci domandiamo cosa potrebbe significare? Come interpretarlo? Cosa ci sta indicando? Ci siamo mai domandati se per caso ci venga detta una cosa per intenderne un’altra?

Parole e gesti possono essere anche più potenti delle armi

Recentemente una scrittrice italiana è stata fatta bersaglio di insulti pesantissimi da parte di coloro che rivendicavano un’opinione opposta alla sua. Ciò basterebbe a qualificare questi ultimi come stolti se non ci fosse dell’altro. E cioè che la signora è stata offesa per il suo aspetto fisico.

E non si tratta neppure di una novità. Abbiamo avuto un presidente del consiglio che ha definito una sua omologa, ai tempi una delle persone più potenti del pianeta, con aggettivi volgare prima ancora che offensivi riferiti al corpo di quest’ultima e alla sua “destinazione d’uso”. D’altro canto lui stesso era stato classificato come “utilizzatore finale” in una storiaccia di prostitute.

Situazione grave ma non seria

E giù tutti a ridere! Sai che spasso offendere la Cancelliera tedesca, la Presidente della Camera dei Deputati italiana, la volontaria cosmopolita, la scrittrice sarda additandone l’aspetto fisico.

Quando tutti se la prendono con qualcuno domandati cosa stanno nascondendo

Gli anglosassoni hanno il termine body shaming – deridere una persona per il suo aspetto fisico. Noi il termine ancora non l’abbiamo coniato. Forse perché in gran parte stati ammaestrati a non puntare il dito contro qualcuno (di cui stiamo parlando, in genere male). Ci hanno detto di sostituire aggettivi come “brutta, vecchia, grassa” con “interessante, anziana, robusta”. Questo “sciacquarci i la bocca con la varechina” non solo non ci ha educati a scegliere le parole prima di usarle, ma soprattutto ha fatto sì che trovassimo molto infantilmente liberatorio scrivere “parolacce” sulla tastiera e inviarle nella rete proteggendoci dietro lo schermo del computer.

Guardare la luna

Vogliamo davvero essere tanto stolti da fissarci sul dito, sulle migliaia di dita che indicano l’aspetto di una donna in modo da farne un’arma di offesa? Qual è la luna che non sappiamo vedere? Per esempio, quanto è impegnativa una donna che pensa, scrive, fa politica? Quanta paura fa la prospettiva di misurarsi non sul piano fisico ma su quello dialettico?

Fissare il dito

E dunque, possiamo sempre andare sul sicuro e fermarci al dito assicurandoci un discreto livello di consensi e di popolarità. Oppure provare ad alzare un poco lo sguardo e cercare la luna, che a volte non c’è e a volte è nascosta dietro le nubi, così poco propensa com’è a rivelarci il significato chiaro e univoco delle cose.

Più sono le parole che conosci, più aumentano le tue possibilità di vincere le difficoltà

Saper fare tutte e due le cose

Oppure possiamo tenere sempre d’occhio la luna e mantenere l’attenzione degli stolti sul dito. Ma questo equivale a un dottorato in comunicazione. Qualcosa che le donne sanno da sempre. Ecco il motivo di stalking, mobbing, body shaming… pratiche talmente schifose cui neanche si riesce a dare un nome. Perché, parafrasando Mark Twain ne I Diari di Adamo ed Eva: è sempre lei che inventa i nomi delle cose.

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