Cambiare non conviene e infatti nessuno lo fa, ma pochi se ne rendono conto ed è proprio in questo interstizio che si gioca la partita di quanto si possano effettivamente modificare persone e situazioni.
Prendiamo ad esempio il cambiamento più evidente e vistoso del nostro tempo, quello climatico. Alzi la mano chi lo giudica positivamente, al netto del manipolo di negazionisti. Bene il clima è cambiato perché in una parte del mondo (questa qui) consumiamo risorse ed energia come pazzi. Fatico a trovare in questo cambiamento una vera convenienza anche per noi che ne siamo gli attori.

Occorre una terza via: agire in maniera differente.
Credete davvero che sostituire lo smartphone ogni anno sia un modo di cambiare? E se invece fosse il massimo grado di conservazione?
Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi
Cambiare il cellulare – la macchina, il guardaroba, la moglie…- per rimanere al passo coi tempi, affinché la percezione che ho di me non cambi, anzi ne esca rafforzata in barba al tempo che passa.
Nessuno è immune al virus del cambiamento
Recentemente mi sono decisa ad acquistare un nuovo computer portatile non perché l’altro ha nove anni – in termini di evoluzione della specie l’equivalente dello scrivere con la penna d’oca – né perché il riparatore ha dichiarato che si sarebbe rifiutato di metterci mano una volta di più, ma perché dovevo portarlo in aereo. Già in occasione del precedente viaggio, la vista del mio vecchio amico depositato nella vaschetta al controllo che sfilava insieme a tanti sui colleghi più nuovi e trendy mi aveva fatto pensare a una vecchia Singer. Non potevo sopportarlo più a lungo! Siamo d’accordo che il punto non era l’obsolescenza del computer?
Ìm falling
Shallow
In all the good times I find myself
Longin’ for change
And in the bad times I fear myself
Di che cambiamento stiamo parlando?
Lei è una giovane talentuosa ma bruttina; lui un artista famoso, bello e dannato. Lei si trasforma in una star; lui si suicida per porre fine all’inesorabile caduta nell’abisso del alcolismo. Un esempio lampante di come le persone non cambino, neanche in una delle più note favole pop dei nostri giorni.
Lei era già una cantante, lui era già un bevitore. Lo chiamiamo destino, ma se lo definissimo “scelta tra opzioni possibili” guadagneremmo una prospettiva completamente differente. C’è del vero nel detto che ognuno ha ciò che si merita e dunque, attenzione a ciò che desideriamo poiché lo otterremo.

Sono spesso spettatrice dei disastri biografici di persone che si buttano a capofitto nel cambiamento, in preda all’euforia di aver trovato una via d’uscita a anni di noia e frustrazioni. Grazie ai manuali di auto-aiuto e alle baggianate di qualche folle – probabilmente vittima a sua volta di frustrazioni profonde.

E se l’antidoto alla noia non fosse il cambiamento ma la curiosità?
Noi tutti facciamo sempre le stesse cose nello stesso modo, almeno finché non ci rendiamo conto della convenienza di modificare il nostro comportamento. Modificare, cioè cercare un modo differente che dia, possibilmente, risultati migliori. Un pò come se invece di buttar giù una casa vecchia la si ristrutturasse, il che significa fare interventi anche importanti che ne valorizzino le caratteristiche. Vale anche per le persone, le relazioni, le situazioni. Mi pare una bella forma di arricchimento, oltre che – come si usa dire oggi – una buona pratica.
Recentemente un amico mi ha definito “una persona a basso impatto ambientale” e gliene sono grata prima di tutto per avermi messo di buonumore e poi perché significa che il mio modo di stare al mondo crea pochi danni. Devo precisare che le mie scelte non sono dettate primariamente da una preoccupazione di tutela dell’ambiente, bensì da una forma di rispetto per le cose che mi aiuta ad essere più attenta alle persone e alla fatiche di ciascuno per stare al mondo.
Trovo che il momento più emozionante di una narrazione sia quello in cui scatta la trasformazione: il momento in cui lasci il sellino della bici di tuo figlio; il tuo avversario che ti stringe la mano; lo sconosciuto che ti sorride per strada. Poco o niente in effetti. Cose per cui essere grati.
Come si fa a uscire dalle abitudini?
Facendo le stesse cose in modo differente, come attraversare la strada in un paese con la guida a destra e dove si tiene la sinistra. Occorre riprogrammare il cervello ogni volta per scegliere da che parte guardare e mettersi in attesa del tram sul marciapiede opposto a quello dove viene naturale. Non si sta cambiando nulla, però è come se il cervello prendesse a funzionare in un altro modo e da lì, quasi senza accorgersene, scaturiscono poi idee differenti, pensieri cui prima di allora non avevamo dato quella forma.
E dunque pensiamoci proprio ora che stiamo per entrare nel vortice del consumo; proprio qui, con le feste di fine anno e i bilanci alle porte. Probabilmente questo è il momento in cui siamo più combattuti tra il conservare (chiamiamola pure tradizione, d’accordo) un abito mentale che magari ci va stretto e la spinta uguale e contraria a cambiare: anno nuovo vita nuova… e, 52 settimane dopo, prendere atto che non abbiamo cambiato quasi nulla. Ciascuno di noi merita di darsi qualche opportunità in più.
Buon Natale.

Trasformare le situazioni