Boomer, o baby boomer è il termine con cui si indica la generazione delle persone nate in Europa e negli Stati Uniti tra il 1946 e il 1964 durante l’esplosione demografica post-bellica. I fortunati che non sono stati sfiorati dalla guerra, sono cresciuti a fettine di vitello, sono stati ragazzi dopo l’invenzione della pillola e prima dell’avvento dell’AIDS e che ora si ritrovano troppo vecchi per essere giovani e troppo giovani per essere vecchi.

Il migliore dei mondi possibili?
A guardarlo a distanza in questa atmosfera da “viaggio intorno alla mia camera” in cui siamo stati catapultati, il tempo di benessere in cui siamo nati e cresciuti ci può apparire come l’età dell’oro. Invece è solo la solita vecchia storia raccontata dai vecchi per farsi coraggio quando la realtà intorno si fa incomprensibile: C’era una volta…

Mentre cammino per la strada durante la mia uscita settimanale [sic!], disorientata nel mio stesso quartiere, con gli occhiali sempre un pò appannati a causa della mascherina, considero che:
- Sono tanto stranita perché disabituata ad uscire oppure questo è un segno di senescenza?
- È così che vedrei se soffrissi di cataratta?
- Se incrociassi qualcuno che conosco lo riconoscerei?
- Com’è che tutti mi guardano male? Forse sono io che guardo male gli altri… Che non so leggere le espressioni se non vedo la faccia per intero?
- Ai miei tempi girare col viso coperto era reato, oggi sei sanzionabile se non indossi la mascherina.
Questa è la testimonianza di come una boomer si trasformi in un’ anziana nell’arco di 60 secondi e 5 passaggi logici.

Io resto in casa?
All’inizio del periodo di isolamento è stato pubblicato un articolo in cui si mettevano a confronto due strategie di gestione del contagio: non contrastarlo e curare i malati (popoli del centro-nord Europa), contrastarlo con isolando le persone (Cina, Corea, Italia). Il nostro paese avrebbe adottato la seconda via anche grazie a una cultura millenaria:
dobbiamo ringraziare i nostri antenati defunti, i Lari il cui culto, sotto diversi nomi, si perde nei secoli e millenni; e che senza saperlo, oggi onoriamo e veneriamo facendo tutto il possibile per curare i nostri padri, madri, nonni, anche se non servono più a niente.
È ancora vero? Possiamo dire, due mesi dopo, che quelli che non servono più a niente siano stati onorati e venerati, oltre che curati, quando ciò è stato possibile?

Identikit del vecchio boomer
Mi sto domandando in questi giorni come saremo nell’immediato futuro. Come saranno i bambini rimasti chiusi in casa senza amici…i ragazzi che hanno studiato dalla loro stanza o dal tavolo di cucina…gli insegnanti che si sono riqualificati in fretta…i lavoratori che hanno sperimentato un’altra modalità di collaborazione…Mi immagino che uscendo dalle nostre case scopriremo di aver fatto ciascuno un salto di generazione in poche settimane. E noi boomer ci scopriremo vecchi, quelli da cui ci sia aspetta che siano saggi e sappiano per esperienza come si fanno le cose, anche se poi non li sia ascolta, così come noi abbiamo ascoltato a stento coloro che ci hanno preceduti.

Cosa vogliamo fare da grandi?
Difficile sapere come si fa in un tempo in cui gli strumenti tecnologici imprimono continue accelerazioni che modificano le regole del gioco. Dovremo probabilmente rinunciare al ruolo di consiglieri e più ancora a prescrivere ricette e, in conclusione, credo sia una situazione favorevole tanto per noi quanto per i più giovani. Noi ci troveremo ad avere ancora da imparare e potremo finalmente fare esercizi di umiltà – che significa farsi piccoli – lasciando andare la nostra sicumera per muoverci più agilmente. Per i giovani che, meno gravati dalla preoccupazione di misurarsi con noi, si sentiranno più fiduciosi nelle loro possibilità di inventarsi nuove strade e nuovi come.
Nessuno di noi – è certo – è destinato a durare per sempre quindi conviene che noi boomer cominciamo a chiederci come vogliamo essere ricordati, quali delle nostre azioni ci piacerebbe lasciare nella memoria degli altri e quali preferiremmo cancellare.
A lasciare andare siamo ancora in tempo.
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